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Mese: Agosto 2012

Agosto, tempo di statistiche

Qual’è il giorno meno produttivo ? Lunedi.
Quello di più ? Giovedi.
L’ora migliore in assoluto ? Le 11 di giovedi.
La peggiore ? le 18 di venerdi.
E comunque il mercoledi mai, dico mai, prima delle nove.

Il risultato dopo 756 giorni di sviluppo, 1262 commit per 728.000 righe di codice committate complessivamente. Molte delle quali poi cancellate.

P.S. : Nessuno sviluppatore è stato maltrattato per realizzare questo progetto.

I link della settimana

App vs Web

Ovvero perchè, in linea generale, sono contrario al proliferare delle app per dispositivi mobile.

  1. Le app sono un sistema chiuso. La tendenza dovrebbe essere verso l’apertura. Abbiamo ottenuto a fatica un linguaggio standard (l’html), compresibile ovunque, gestito da un consorzio superpartes. Il linguaggio ha enormi potenzialità di crescita ma è richiesto uno sforzo da parte di tutte le parti coinvolte. Compresi gli utenti che dovrebbero privilegiare software e siti aderenti agli standard.
  2. Le app sono costose da sviluppare. Tecnologicamente si riparte da zero per ogni diverso sistema. E’ vero l’utenza aumenta, ma anche gli ecosistemi. Al momento in cui viene scritto questo articolo non si può pensare di fare un app se non si sviluppa per almeno 2 sistemi. Probabilmente, nel prossimo futuro, ce ne sarà un terzo con un bacino di utenza sufficentemente ampio da non essere possibile ignorarlo.
  3. Le app sono pericolose. Sono dei programmi che si installano su un computer. Con tutti i rischi del caso. Una efficente gestione dei permessi e un controllo da parte del gestore dell’ecosistema non mettono al sicuro da ogni problema. Market paralleli e sblocco dei “limiti” di fabbrica sono presenti da sempre. Errori nella valutazione della sicurezza delle applicazioni anche.
  4. Le app non risolvono il problema di avere una parte server. Perchè per essere interessanti, devono offrire per esempio informazioni nuove, o una comunicazione con altri utenti devono avere una parte server.
  5. Le app hanno un ciclo di vita breve. Un sito web può rimanere frubile (anche se non gradevole) per 10 o più anni. Le app sono legate al tempo di vita di una piattaforma hardware/software. Quando viene a mancare, vuoi per mancanza di diffusione o per cessazione del supporto, l’app non è più fruibile.

Ma perchè dovremmo quindi fare affidamento alle app, quando possiamo fare un sito mobile:

  1. Per far pagare l’accesso. I market rendono l’operazione molto semplice. Ma non è impossibile fare lo stesso col web.
  2. Per avere un aspetto grafico più evoluto. Interfacce asincrone e veloci sono difficili da rendere su web. Il 3D anche. Anche se su piattaforme desktop questo vincolo è sempre meno stringente.
  3. Per essere indipendenti dalla disponibilità di connessione dati. La necessità di risolvere questo problema si fà sempre più ridotta ma in alcuni casi è meglio essere indipendenti da una cosa, se effettivamente non porta nessun vantaggio averla.
  4. Per accedere direttamente all’hardware. Una applicazione che comunica col modulo fotografico del cellulare serve sempre.

Di questi 4 punti, solo gli ultimi 2 rimarranno una prerogativa delle app. I primi due sono una limitazione momentanea.

Ovviamente la riflessione parte da casi di vita reale, dove se il cliente si fissa sulle app, o chi vende pensa che possa far fissare il cliente con le app, si fanno le app. Fine del discorso. Ma se devo riflettere escludendo qualsiasi influenza personale o aziendale sconsiglierei di buttarsi in questa avventura almeno nel 90% dei casi.

P.S. : Questo mese il mio (ex?) periodico preferito (wired, edizione italiana) esce con le 100 app che devi avere. Che cambio di profondità di visione, da quando con un altra direzione aveva promosso “internet for peace”. Le app sono definitivamente anti-internet (inteso come web, ma anche inteso come modo di pensare).

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