Molto interssanti le conclusioni di Minimarketing

  1. La ‘quota di mercato’ dei top blog (non solo i tre, ma tutti inclusi) è talmente bassa da essere irrilevante, se usata, tramite advertising o eventi o sampling, per creare una influenza misurabile, almeno su di un ‘ecosistema mass market’ (e per i blog ‘generalisti’, che non possono riferirsi a una nicchia di interesse piu’ piccola)
  2. La ‘quota di mercato’ dei singoli blog è in calo, e ciò è dovuto al fatto che la blogosfera cresce nelle nicchie, e ai "margini". Forse è il caso di rileggere World of Ends. Ogni nuovo blog che nasce ruba un po’ di quota di mercato agli ‘incumbent’. L’effetto San Matteo non esiste davvero.
  3. Il ruolo di network sociale che era tipico dei blog ‘storici’ sta progressivamente spostandosi verso i vari Myspace e Facebook. I blog alla MSN Live o alla Splinder si fondono con i profili personali su FB e Myspace, per formare una coda lunga infinita
  4. Tutte le classifiche alla BlogBabel/Wikio, in quanto basati sui link, tendono a sovrastimare l’influenza della ‘testa’, che è comunque irrilevante per peso (almeno per contatti) rispetto alla totalità della ‘coda’
  5. Progressivamente, il feed tende a diventare la vera unità di misura dell’influenza, in quanto misura anche la widgetizzazione dei contenuti. Si porra’ presto il problema della bannerizzazione dei feed, qualcuno ha gia’ ceduto 🙂
  6. Sembra necessario focalizzare la "conversazione aziendale" non sui blog in generale, ma sui blog della nicchia rilevante. Tuttavia, questi diventano sempre più numerosi, sfumando e nascondendosi nei social network, e finendo per mettere in discussione la possibilità di effettuare azioni di PR ‘collettive’ e soprattutto la loro economicità.

Le mie considerazioni dopo il salto…

 

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