Ed eccoci a Spock.com
L’invito alla beta è arrivato quasi subito dopo la richiesta. Di cosa si tratta?
Di un aggregatore di informazioni personale prese da network sociali, con l’aiuto di informazioni fornite dagli stessi utenti di Spock.com.

L’utente che si iscrive è invitato a fornire tutti gli indirizzi email dei propri contatti. Spock puo importare dati da Outlook, Yahoo Mail, Hotmail, AOL, Gmail, Plaxo e Linkedin. Una volta importati i tuoi contatti ti chiede l’account che usi su alcuni network sociali, in modo da collegare gli account e importare altri amici. Fatto questo puoi invitare alcuni altri amici, se ancora ne hai, attraverso la formula degli inviti ristretti (tipo gmail). Naturalmente taggando chi stai per invitare, cosicche anche queste persone vanno a far parte del grande database di Spock. Anche se non accettano l’invito ovviamente.

A parte la discutibile caccia ai dati personali (ha gia schedato 160.000 persone in Italia, 300.000 in Francia, 2.000.000 in California) di semantico questo “aggregatore” non ha proprio nulla.
Le domande non possono essere formulate in linguaggio naturale. Non ha capacita di analisi del testo di altri siti.

Per esempio io non ci sono. Una persona che cerca di me sul web puo scoprire quasi tutto. Dove vivo, dove lavoro, gusti e preferenze personali, anche il titolo di studio. Questo mi aspetterei da un vero “spider semantico”. Creare ordine (ovvero la scheda personale) dal caos (ovvero tante informazioni sparse in altrettanti siti).

Ma Spock.com per la catalogazione si basa su tag e profili gia presenti. Il tutto si basa sulla riduzione a Tag di informazioni prese da profili su network sociali pubblici con un aggiuntina di taggatura da parte degli utenti stessi che invitano amici e parenti.
Ok è il del.icio.us delle persone… Ma non chiamatelo pomposamente “il primo motore di ricerca semantico”.