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Autore: bosh (Pagina 46 di 49)

Da vista a kubuntu, senza perdere nulla

Ho deciso di formattare il portatile e di installarci la nuova release in versione azzurrina della celebre distribuzione linux. Il problema è che non voglio perdere nulla. Ne dati (e fin qui ci siamo), ne funzionalità (qua un pò meno).

La procedura che ho pensato è forse poco ortodossa, ma la garanzia è totale. Quello di cui abbiamo bisogno è un secondo pc con ottime capacita di archiviazione, VMWare converter, VMWare workstation, un Cd di Kubuntu x64 e un pò di tempo.

VMWare converter permette di virtualizzare un pc fisico. Il che è una gran cosa perche alla fine hai una assicurazione sia sui dati che sulle funzionalità. Si mette nella stessa rete il portatile e il computer con X tera-byte a disposizione. Si installa sulla vittima VMWare Converter (che tra l’altro è disponibile gratuitamente) e si virtualizza il primo pc sul disco del secondo, via rete. Tempo stimato un paio d’ore per 130 gigabyte da trasferire.

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Regali di google

Da : phonkmeister.com

Ma veramente, che noia. Riciclo la foto ma garantisco che la busta a me intestata ha fatto una fine molto simile.

Poi fare direct-mailing … Google … il colosso del web mi manda della carta?

Ultimo track day della stagione invernale

Dopo aver eseguito l’ultimo lavoro di manutenzione, ovvero la rigenerazione degli ammortizzatori con ritaratura in compressione, è necessario trovare un circuito dove verificare il risultato. Il problema è che con l’arrivo del bel tempo gli autodromi degni di questo nome (non i kartodromi rimarchiati) inziano a dedicare sempre più tempo ai motociclisti, razza più numerosa e che occupa meno spazio ma che stranamente si fa delle gran paranoie se la temperatura è inferiore ai 15° o se c’è giu dell’acquetta. Roba da non crederci.

Ma a pasquetta, la mattina, sugli appennini piu o meno all’altezza di Parma c’è un bel freddino e considerano il diluvio universale di pasqua anche una discreta umidità. Per farla breve, atmosferico 8° asfalto massimo 5° pista bagnata. Ah… gomme finite.

Il divertentissimo risultato è quello in foto. Dritti da una curva non si usciva se non andando a velocità nonno-in-cariola. E l’impegno per andare moderatamente forte in queste condizioni (si parla comunque di 10 secondi al giro in più) è notevole. Operazioni che non destano preoccupazione con l’asciutto, tipo usare tutta la forza frenante o premere progressivamente l’acceleratore a partire da metà curva per trovarsi al 100% di gas prima dell’uscità, sono negate o necessitano di tutt’altra sensibilità per essere gestite. Guidare pulito-e-veloce è impossibile, e questo è il bello.

Homebrewer open day al birrificio rurale

Tutto molto bello, bella la cascina, buona la birra, bene l’area home-brewers, istruttivo il giretto tra gli animali … ma purtroppo il ricordo principale che mi rimarrà è l’arrabbiatura per il pranzo.

Dire che è stato gestito in modo superficiale è fare un complimento, e visto che mi sono ripromesso di non usare espressioni che protrebbero offendere, mi fermo con gli aggettivi. Ma la narrazione dei fatti è di per sè impietosa. Poche persone e, inizialmente male organizzate alla cassa. Il primo giro di birre non sapevan se fare i conti a mente, con la calcolatrice o con la cassa. E qui si deduce che siamo proprio alle prime esperienze. Col passare delle ore la gente aumenta, forse piu del previsto o forse no, visto che la maggior parte dei tavoli era prenotato. La cassa si ingolfa inesorabilmente (fortuna che i tagliandini erano stati da noi acquistati praticamente 10 minuti dopo che aveva aperto). La “grigliata” che per altro aveva un prezzo non proprio popolare ( 10€ a testa) cade rovinosamente sotto il peso delle troppo richieste. Noi abbiamo fatto un ora di coda, non escludo che ci siano stati casi peggiori. La carne veniva “grigliata” su una piastra alimetnata a gas di dimensioni infime perennemente sovraccarica di materiale che veniva periodicamente rigirato con una cazzuola (!!!). Non credo sia necessario fare commenti sulla qualità della cottura.
Di misto la grigliata non aveva ovviamente nulla, ti beccavi quello che era pronto sul momento, percui ci sono stati tanti piatti senza spiedini, senza salamelle, con costine crude e con bistecche che erano piu vicine a suole di scarpe. E si, il mio piatto era molto simile a quanto descritto.

C’è da dire che non ho sentito di mancanza di cibo da parte di nessuno, ma questo è anche peggio. Vuol dire che ci si aspettava un tal numero di persone, ma non ci si è curati di ogni aspetto del problema che non è solo la quantità, ma anche i modi e la qualità.

Inesperienza? Puo essere, ma a me ha rovinato la giornata. E la prossima volta la grigliata me la faccio io. Con le birre del birrificio rurale, o con altre. Ma sicuramente non li dove sono stato ieri.

La Coda:

La Cazzuola :

Un hotspot wi-fi dove serve

Segnalo l’esistenza di questa fantastica applicazione per Symbian chiamata JoikuSpot. Il suo scopo è trasformare il vostro telefonino nokia Umts/WiFi in uno strumento per fare da ponte tra queste due tecnologie. Un vero e proprio router wifi, insomma. Se siete spesso in movimento col vostro portatile è un ottima idea per poter sfruttare lo stesso collegamento (… e quindi pagare un solo abbonamento…) per usare il web sia tramite cellulare che tramite notebook.

Ovviamente è compatibile con qualsiasi aggeggio supporti il wifi, che poi sia la fotocamera, la stampante, la console o qualche strano aggeggio con una mela morsicata a lui non importa.

La versione Light non supporta la crittografia ed è gratuita … per utilizzi intensivi in zone affollate è consigliata la versione Premium.

Le prestazioni sono ovviamente identiche a quelle di una chiavetta di pari generazione. L’unico vero limite resta la batteria, messa a dura prova dall’utilizzo delle due componenti radio nello stesso momento.

P.S. : Per quanto sembri strano agli utilizzatori di altri sistemi operativi mobili, non serve roottare / crackare / jailbreakkare per usare questa applicazione.

Petrolio a Milano

La notizia è drammatica, una considerevole quantita di gasolio è stata riversata nel Lambro. Ma quello che mi ha stupito è il solito pressapochismo giornalistico italiano. Quanto petrolio/gasolio (ancora non si è capito) è finito in questo sfortunato fiume:

  • 15 mila litri ( 15 metri cubi ) segnalti qua
  • 600 mila litri ( 600 metri cubi )  segnalati qua , qua , qua
  • 1 milione di litri ( 1000 metri cubi ) segnalati qua
  • 2,5 milioni di litri ( 2500 metri cubi ) segnalati qua
  • 15 milioni di litri  ( 15 mila metri cubi ) segnalati qua
  • 10 milioni di litri ( 10 mila metri cubi ) segnalati qua , qua

Senza nessuna pretesa di completezza … ma quando dalla cifra più bassa quella più alta passano 3 ( dicasi TRE ) ordini di grandezza mi sà che c’è qualcosa che non và.  Nella professionalità di chi dà le notizie.

P.S. : La cifra ultima citata dalla maggior parte degli articolisti è quella dei 10 mila metri cubi, o poco più di 60 mila barili. Un quarto della famigerata Exxon Valdez. “Diluita” in un fiumiciattolo, invece che nel mare.

UPDATE 15 Aprile 2010 :

I litri sono diventati 2600 qui,  portando la differenza tra la quantita minima e la quantita massima a ben 4 ordini di grandezza, comunque interessanti le ipotesi sul perchè ci fosse (in una quantita grande a piacere) dei derivati del petrolio in quella raffineria. Qualcuno vuole ancora difendere il giornalismo ?

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