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I blogger fanno paura

Un pò di autoreferenzialità fa bene ogni tanto…

Ciò che viene scritto sui blog fa paura a chi non conosce le regole di funzionamento della blogopalla. Di conseguenza reagisce con l’unico metodo che conosce, ovvero la squadra di avvocati. Questi tempi sono particolarmente proliferi di queste vicende.

Condanne per stampa clandestina :

e cause per diffamazione :

… il blog è un posto dove si scrive cio che si pensa liberamente, senza periodicità, senza pretese di giornalismo. Un diario non è e non può essere stampa (tantomento clandestina) e deve essere solo sincero con se stesso. Non si scrive cio che non si pensa, e cio che si scrive/legge non deve essere presa come verità universale. E’ una voce nella palla (la blogopalla) che appunto ha l’unico obbligo di essere coerente con se stessa, non con la verità assoluta (sempre ammesso che ne esista una…) che esce (forse) dal coro delle voci e (di sicuro) non da una sola.

Cosa fanno i blogger nella vita reale?

“Il 99% dei blog aggiornati è mantenuto da:
– studenti (per definizione fancazzisti)
– studenti fuori corso (palesemente fancazzisti)
– lavoratori autonomi (fancazzisti per scelta)
– impiegati di ufficio (fancazzisti in cravatta)
– impiegati statali (fancazzisti per eccellenza) S’è mai visto un blogger che lavora a Mirafiori?”

Via Greenwich Village

Un’ analisi brillante della blogosfera.

Ogni nuovo blog che nasce ruba un po' di quota di mercato agli 'incumbent'.

Molto interssanti le conclusioni di Minimarketing

  1. La ‘quota di mercato’ dei top blog (non solo i tre, ma tutti inclusi) è talmente bassa da essere irrilevante, se usata, tramite advertising o eventi o sampling, per creare una influenza misurabile, almeno su di un ‘ecosistema mass market’ (e per i blog ‘generalisti’, che non possono riferirsi a una nicchia di interesse piu’ piccola)
  2. La ‘quota di mercato’ dei singoli blog è in calo, e ciò è dovuto al fatto che la blogosfera cresce nelle nicchie, e ai "margini". Forse è il caso di rileggere World of Ends. Ogni nuovo blog che nasce ruba un po’ di quota di mercato agli ‘incumbent’. L’effetto San Matteo non esiste davvero.
  3. Il ruolo di network sociale che era tipico dei blog ‘storici’ sta progressivamente spostandosi verso i vari Myspace e Facebook. I blog alla MSN Live o alla Splinder si fondono con i profili personali su FB e Myspace, per formare una coda lunga infinita
  4. Tutte le classifiche alla BlogBabel/Wikio, in quanto basati sui link, tendono a sovrastimare l’influenza della ‘testa’, che è comunque irrilevante per peso (almeno per contatti) rispetto alla totalità della ‘coda’
  5. Progressivamente, il feed tende a diventare la vera unità di misura dell’influenza, in quanto misura anche la widgetizzazione dei contenuti. Si porra’ presto il problema della bannerizzazione dei feed, qualcuno ha gia’ ceduto 🙂
  6. Sembra necessario focalizzare la "conversazione aziendale" non sui blog in generale, ma sui blog della nicchia rilevante. Tuttavia, questi diventano sempre più numerosi, sfumando e nascondendosi nei social network, e finendo per mettere in discussione la possibilità di effettuare azioni di PR ‘collettive’ e soprattutto la loro economicità.

Le mie considerazioni dopo il salto…

 

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K2 RC3 e WordPress 2.5

Litigano !

L’errore che ho riscontrato nell’accesso alla dashboard è :

Fatal error: Call to undefined function wp_register_sidebar_widget() in xxxxxxxxx/blog/wp-admin/includes/dashboard.php on line 31

Non sempre ( è successo su questo blog ma non sul mio personale ) ma a volte capita.

Soluzione : aggiornare alla versione RC4

Altre informazioni

P.S. : Come non detto, sono i widget di K2 a creare problemi. Basta disabilitare il sidebar manager e tutto torna a funzionare. RC3 o RC4 che sia…

Ops…

Dentro l’uovo c’è la chiusura di blogbabel …

Il punto sembra essere ancora la licenza dei contenuti :

e gli altri che continuano a non capire che un motore di ricerca ha poco a che fare con la licenza d’uso dei contenuti.

da : http://it.blogbabel.com/basta/

Una volta mi sono schierato a favore di BB, una volta contro. Continuo a credere che parte del web2.0 sia lo scambio libero dei dati, in formato svincolato dalla forma estetica (XML). Che poi la gente riutilizza, e se l’idea è buona ci fa pure dei soldi. Il gioco è questo. Puoi giocarlo (feed completo) o non giocarlo (feed mooolto parziale o addirittura disattivato) ma non ti puoi lamentare se anche altri lo giocano.

Poi c’è il discorso più recente … ovvero che (IMHO) l’idea della classifica non è buona ed è realizzata peggio. E’ che è questa che genera problemi. Non l’aggregazione dei titoli dei post e il monitoraggio delle conversazioni. E che (alcuni) Tblog sono pregevoli, e che creano contenuto e relazioni come e più di molti blog “classici”.

P.S. : Buon Easter Egg a tutti

Blogger Italiani – Web 2.0 made in Italy

Blogger Italiani – Web 2.0 made in Italy
Un vero e proprio orgoglio, un esempio della potenza del made in Italy 2.0!

Cosa ci sarà da essere cosi orgogliosi per una cosa che si può tranquillamente ottenere usando “Google Ricerca Blog” chiedendogli di cercare solo nei blog italiani. BloggerItaliani infatti è un mashup basato sulla ricerca personalizzata di Google, e visto che google offre lo stesso servizio, ma con una base di dati piu ampia e un interfaccia meno pesante, non vedo proprio perchè esiste BloggerItaliani. Ah si, per fare soldi con Adsense. Di certo non per fornire un servizio ai navigatori italiani, visto che, sarò noioso, questo servizio già esiste, erogato dalla stessa entità.

BloggerItaliani – Un esempio di come in italia la voglia di far soldi prendendo per il culo, non facendo innovazione, non facendo un servizio, non facendo un bel niente, non passa mai di moda.

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