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Tag: google (Pagina 4 di 5)

Se non sei su google non sei nessuno…

Una volta ero più googlabile col mio vero nome, ora molto meno. Anche se esiste ancora una pagina in cui c’è il mio nome anagrafico e il mio nick, in forza di questa associazione, si riesce a trovare tutto ciò che scrivo su internet (uso sempre lo stesso nickname, e lo uso solo io)

Sinceramente spero che quella singola pagina, ormai vecchia, sparisca presto. Non ci trovo nulla di male se qualcuno, a partire da un mio post, bloggata o altro, riesca a ritrovare le mie altre attività su internet ma che la connessione con la mia identità fuori dalla rete sia cosi facile un pò mi dà fastidio.

Piuttosto, se voglio che qualcuno mi googli, preferisco fornirgli io la base di partenza (ovvero uno dei miei 2 blog).

Ma la tendenza è in genere diversa. I nuovi internet users usano meno i nickname e più i propri nomi e, di conseguenza, risultano molto più googlabili. Alcuni servizi esistono apposta per “darsi visibilità sulla rete” come ad esemplio linkedin o neurona.

Voi come gestite la vostra privacy online? La difendete a tutti i costi, separate online da offline o siete sempre a caccia di visibilità ?

P.S. Se volete sapere di più su di me: b0sh@google

Portabilità dei propri dati

I dati sono degli utenti che li generano. Ovvero nostri.
Il minimo che un servizio 2.0 può-e-deve fare è permetterci di importare i dati nel momento in cui entriamo ed esportarli quando decidiamo che questo servizio non ci è più utile. Tra le piattaforme di blog questa pratica è abbastanza diffusa. Io per esempio non ho avuto grossi problemi a esportare tutti i miei post quando ho abbandonato Blogger in favore di WordPress.
Ma per altre applicazioni non è cosi semplice. Facebook e Lastfm, per esempio importano facilmente la vostra lista di contatti da Gmail, Yahoo Mail, Outlook etc ma dubito si possano poi esportare altrettanto facilmente … se per esempio decidessi di migrare da Facebook a Linkedin.

C’è chi si occupa di questo problema ed è DataPortability, e la notizia è che Google e Facebook hanno preso parte a questa iniziativa.

Se davvero riusciranno a mettere da parte la loro rivalità e lavorare insieme, la portabilità completa dei propri dati non sarà più un miraggio.

Chissà … magari un giorno sarà un nostro diritto esportare tutti i nostri post da un forum o addirittura cancellarli. In teoria lo è gia ora, in pratica è ben lontano dall’esserlo.

“january 1 tcp/ip”

Mi ci infilo anche io nel calderone.
Quale calderone? Quello che mostra un “buco” negli algoritmi di ranking di google, dimostrato per l’occasione da quelli che alcuni chiamano SEO mentre altri chiamano Spammer. La cosa è nota comunque alla gran parte della comunità dei professionisti del web. Ovvero se la keyword che viene cercata su google appare nell’url del tuo sito, nel titolo, in parti in grassetto, in parti racchiuse dai tag H (<h1>, <h2>, <h3> e cosi via) allora quella pagina avrà piu peso per google e quindi un ranking migliore.
Aggiungiamo che l’operazione è stata eseguita su una keyword inusuale ed ecco come per magia il piazzamento in prima posizione.

Buco in ogni caso è una parola grossa, sappiamo che il pagerank è solo uno degli oltre cento fattori che concorrono al posizionamento di una pagina in google, per sua stessa ammissione.

Quello che ne esce alla fine, buco o non buco, è che le ricerche di google stanno perdendo di qualità. Sia perche è l’osservato speciale di un esercito di SEO pronti a sfruttare qualsiasi stratagemma per alterare le ricerche, sia perchè il web corre, produce molto, cambia tecnologie come fossero calzini, e mi sembra di vedere un certo affanno di google a starci dietro…

Riflessione ispirata da : Downloadblog.it

Zeitgeist – La spiegazione

Qualche post fa mi sono domandato cosa fosse questa classifica dal nome impronunciabile, e oggi, insieme alla Zeitgeist annuale arriva la doverosa spiegazione:

non sono necessariamente quelle più cliccate ma anche e soprattutto quelle che, rispetto ad un dato periodo di riferimento, mostrano un incremento di interesse significativo
Da Google Italia Blog

Quindi: La classifica include le keyword che hanno avuto un incremento maggiore rispetto al periodo precedente (mese su mese, anno su anno?) , molto probabilmente con una soglia minima di ricerche per entrare in classifica (es. una keyword con 1 ricerca a maggio a 1000 ricerche a giugno non entra in classifica anche se segna un incremento del 100.000%).

Non toglieteci il vecchio Analytics !

E’ stata ufficialmente decisa la morte del vecchio Analytics. Cosi recita un avviso sull’homepage di Analytics

Benvenuto nella nuova versione di Google Analytics!
Tenga presente che la precedente interfaccia di Google Analytics non sarà più accessibile a partire dal 18 luglio.

No! Alcune funzioni accessibili con la vecchia interfaccia non sono disponibili nella nuova versione.
Non spegnete il vecchio Analytics.

  • Nel nuovo analytics non si possono scaricare completamente i dati dei rapporti: L’esportazione infatti esporta solo i dati visualizzati. Nonostante la quantità di dati visualizzati sia stata recentemente aumentata a 500 per alcuni report è ancora poco.
  • Manca 1 livello nella geolocalizzazione dei visitatori: Nel nuovo Analytics infatti si passa direttamente dalle nazioni alle città, ignorando i livelli regioni e provincie disponibili con la vecchia interfaccia.

Queste funzioni servono! La prima permette di trattare i dati in modo diverso da come le tratta Analytics, la seconda è indispensabile per verficare l’efficaca di campagne di comunicazione locali e regionale, ed è assurdo che in Adwords è possibile tragettizzare per province e in Analytics non è possibile fare lo stesso. Non erano due prodotti pensati per lavorare insieme?

Se avete notato altre mancanze/peggioramente, o anche solo se anche voi non volete che il vecchio Analytics venga spento, postate un commento. Se questa pagina raggiungerà una sufficente massa critica, verrà girata a Google Italia.
Le mancanze qua descritte sono già state segnalate, ma il peso di una segnalazione, seppur da un buon cliente, pesa meno di tante.

Resa di Adsense

Scopro oggi che esiste un tools per fare lo stesso calcolo direttamente online. D’altronde siamo troppo (a questo mondo) e qualsiasi cosa è gia stata pensata. Basta cercare bene. Quindi ecco http://adsensemeter.com/ che come me usa dati di Alexa, stima un CPM medio di 2 ( € / $ ), ma giunge a risultati differenti. Quello su cui io e Adsensemeter.com non siamo d’accordo è la popolazione internet. Io sostengo che sia di 1 miliardo di persone, Adsensemeter.com di circa 410milioni.

Nota sul calcolo effettuato da AdsenseMeter: Un ritorno pari a 2, $ o € che siano, per un publisher di un sito con Adsense è un mito, perché parte dei guadagni se li tiene Google. Un CPM per un editore si aggira intorno a 1€ quindi … un errore compensa l’altro e sono abbastanza d’accordo con i risultati. Intesi quindi come guadagno di chi pubblica i banner e non come entrate lorde di Google.

Shopping time per Google

Google compra feedburner, Google compra panoramio.

E, molto probabilmente lo sapevate già. Quello che mi domando è se sono buoni affari.

Molto probabilmente bigG ha una richiesta da parte dei clienti Adwords superiore alla propria capacità di diffusione e l’unico modo per obbligare alcuni siti molto visitati a inscriversi al canale Adsense è di comprarli.

Vediamo se conviene. O almeno proviamo ad avere delle cifre su cui ragionare.

Feedburner:
Promuove 750.000 feed da parte di 450.000 scrittori
Reach dello 0,27%, pagine viste per visitatore 4.2 (dati alexa.com)
Costo dell’acquisto: 100 milioni di $
Resa media per 1000 page view: 2$ (stima)

Se gli utenti internet sono 1 miliardo, un reach dello 0,27% sono circa 2,7 milioni di visitatori, che moltiplicato per 4,2 fa 11,3 milioni di page view.
Per una resa di 22,600 $ al giorno. Che in un anno sono circa 9 milioni di $.

Youtube:
Reach del 11.7%, pagine viste per visitatore 14.7
Costo dell’acquisto: 1650 milioni di $

Stesso calcolo. 117 milioni di visitatori, 1720 milioni di page view.
Resa di 3,4 milioni di $ al giorno. 1255 milioni di $ in un anno.

Youtube quindi sembra un acquisto decisamente migliore. Ma forse il prezzo pagato per feedburner non è quello. Anche su youtube si vociferavano cifre ben piu alte nei giorni successivi all’acquisto. O magari prevedono un forte incremento.

Ancora chiamate telefoniche di Google verso potenziali clienti

Continuano le operazioni di contatto diretto di Big G verso potenziali clienti.

E ripeto la voglia di tagliare fuori i gestori è evidente. Il motivo alla base di questa certezza è semplice. Se un account è intestato ad una azienda Y che pubblica annunci per una azienda X, perche Big G invece che chiamare i suoi clienti (azienda Y) chiama i soggetti degli annunci (azienda X) ?

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