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Tag: linux (Pagina 1 di 2)

PhotoPrism – Parte 2

Qualche aggiornamento di medio periodo. PhotoPrism di per se va bene, ma ha esposto un problema latente nel mio Raspberry PI, ovvero che i dischi dati erano formattati in NTFS. E che il supporto in scrittura di NTFS su linux fa abbastanza schifo. Nel senso che finché leggi va bene. Se fai “poche” scritture forse te la cavi, ma lo usi per appoggiarci un database e i millemila file che genera PhotoPrism il file system degradata molto rapidamente.

Tempo due giorni il file del database era corrotto. Sgancio il disco USB, lo attacco a un PC Windows e trovo una infinita di errori, più o meno aggiustati tutti ma ho seriamente rischiato di perdere due terabyte di dati personali. Foto, video etc…

Nel nuovo assetto i due dischi gemelli del Raspberry sono ora un in ExFAT e uno EXT4. Per ora non danno problemi.

Fail2ban

Fail2ban scans log files (e.g. /var/log/apache/error_log) and bans IPs that show the malicious signs — too many password failures, seeking for exploits, etc. Generally Fail2Ban is then used to update firewall rules to reject the IP addresses for a specified amount of time, although any arbitrary other action (e.g. sending an email) could also be configured. Out of the box Fail2Ban comes with filters for various services (apache, courier, ssh, etc).
http://www.fail2ban.org/wiki/index.php/Main_Page

Linux sui cellulari

Anni fà presentai un business plan su questo argomento. Purtroppo la presentazione era ad un professore di economia aziendale e non ad un angel investor.

Comunque mi fa strano averne acquistato uno. In ogni caso il Motorola Defy pare comportarsi bene. Presto qualche dettaglio in più.

Da VmWare a VirtualBox

Tradizionalmente ho sempre usato vmware, piattaforma storica di virtualizzazione, che offre di tutto e di più. Accelerazione 3D hardware, utilizzo delle estensioni del processore, multicore e multiprocessore, supporto per windows e linux sia come guest che come host … ma … per linux fondamentalmente è una scocciatura perchè non supporta tutti i kernel. Dovendo essere installati dei moduli del kernel questi devono essere compatibili col kernel in uso. Cosa tutt’altro che banale se si usa linux come host. Tant’è che su Kubuntu 10.04 ho dovuto usare una patch non ufficiale fornita dalla community per far andare vmware. E ovviamente dimenticarmi di aggiornare alla 10.10… fortuna che è una LTS.

L’alternativa è virtualBox. Prodotto meno maturo, ma neanche cosi tanto. Il vantaggio è che legge il formato dei dischi di Vmware, quindi in teoria si puo switchare da un prodotto all’altro con la stessa virtual machine.
In teoria, appunto. In pratica no. Perche Vmware usa di default l’ IO APIC mentre virtualbox no. Virtual box si puo configurare per usare questa modalità ma le prestazioni rispetto a vmware sono nell’ordine di 1 a 3. Inoltre la scheda di rete virtuale di virtualbox e vmware ha lo stesso hardware id quindi il sistema operativo guest fa un pò di confusione e continua a cercare di usare i driver di vmware anche se sono stati correttamente installati i driver di virtual box.

Per ottenere un passaggio (quasi) di successo il primo passo è di abilitare l’ IO APIC in virtualbox, far partire la macchina e quindi installare il software addizionale per il sistema operativo guest (windows nel mio caso).
Un bel riavvio e si otterra il classico e comodo mouse integrato tra guest e host, video che si auto ridimensione in base alla finestra e prestazioni in filino migliorate (non molto). Per utilizzare la scheda di rete è necessario aggiornare manualmente il driver passando dalla gestione dell’hardware e selezionare tra quelli compatibili con hardware ovviamente quello di virtualbox.
Un altro riavvio e un controllo sulla buona funzionalità della rete evidenzia comunque che il collegamento virtuale è instaurato a 100Mbit e non a un 1Gbit (probabilmente nella maggior parte dei casi non c’è un impatto significativamente negativo ma in host con un buon hardware alle spalle la comunicazione host-guest potrebbe avvenire a velocità più basse di quanto teoricamente possibile).

A questo punto ci si rende conto come le operazioni di IO su disco siano di una lentezza disarmante e molto ma molto focalizzate sul processore. Come se ogni accelerazione hardware sia completamente inesistente.
Per disabilitare l’ IO APIC bisogna prima dire al sistema operativo guest che le cose cambiano, quindi cambiare la configurazione a mano nell’xml che rappresenta la configurazione di virtualbox, e quindi proteggerlo da scrittura … perche quando si abilita l’IO APIC su VBox pare essere per sempre, nel senso che ogni volta che ricaricate una configurazione con l’opzione disabilitata, questa viene riabilitata in automatico. Per i dettagli : http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=1330484

Quindi cosa ne ho guadagnato ?
La libertà di aggiornare alla release successiva, una migliore integrazione della clipboard (su vmware linux fa schifo, funziona una volta su mille), e migliori tempi di congelamento delle VM.

Cosa ho perso ?
Prestazioni, nonostante tutto è ancora parcchio piu lenta … tipo un 50% di tempo in piu a parità di operazione mista IO e CPU Bound (esempio: compilazione) e possibilità di congelare le VM (è vero che è veloce ma se non può scrivere nel file di configurazione che esite una sospensione della macchina, al successivo utilizzo questa verrà ignorata)

Quindi ?
Probabilmente torno a vmware…

Lie to me

Di tutte le stranezze informatiche apparse sul piccolo e sul grande schermo questa è la prima schermata in cui appaiono mailing list di sviluppatori di componenti di linux. E il telefilm non parla neanche lontamente di informatica e tecnologia.

Preso da Lie to me, seconda stagione, episodio 9.

P.S.: Prima o poi dovrei scrivere 2 righe su questa serie. Nel frattempo la consiglio, senza scendere nel dettaglio.

Da vista a kubuntu, senza perdere nulla

Ho deciso di formattare il portatile e di installarci la nuova release in versione azzurrina della celebre distribuzione linux. Il problema è che non voglio perdere nulla. Ne dati (e fin qui ci siamo), ne funzionalità (qua un pò meno).

La procedura che ho pensato è forse poco ortodossa, ma la garanzia è totale. Quello di cui abbiamo bisogno è un secondo pc con ottime capacita di archiviazione, VMWare converter, VMWare workstation, un Cd di Kubuntu x64 e un pò di tempo.

VMWare converter permette di virtualizzare un pc fisico. Il che è una gran cosa perche alla fine hai una assicurazione sia sui dati che sulle funzionalità. Si mette nella stessa rete il portatile e il computer con X tera-byte a disposizione. Si installa sulla vittima VMWare Converter (che tra l’altro è disponibile gratuitamente) e si virtualizza il primo pc sul disco del secondo, via rete. Tempo stimato un paio d’ore per 130 gigabyte da trasferire.

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Stabilizzazione video

Metodo semplice e costoso :

  1. Compra Adobe Premiere ( 371,4 € con la vostra carta di credito preferita )

Metodo complesso e gratuito :

  1. Installa Wine
  2. Installa VirtualDub
  3. Renditi conto che i video fatti col cellullare ( e quindi molto mossi ) non li legge
  4. Installa i codel XVid, processano l’mpeg4 ma solo in un contenier AVI
  5. Installa MP4Cam2AVI
  6. Installa Deshacker per virtualDub
  7. Installa i redistribuibili di VisualC++ 2005
  8. Stabilizza con gioia i tuoi video

Ma che fatica !
Ah, tutti i software citati alla fine girano senza troppe noie su linux attraverso il succitato Wine, che ha evidentemente fatto enormi passi avanti dall’ultima volta che l’ho usato (versioni 0.7.x). Certo che se mettevano un deshacker in Kdenlive era un pochetto più semplice.

Seguiranno dei video, prima e dopo il trattamento.

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