La difesa della reputazione online è uno dei temi caldi. Su punto-informatico di oggi è segnalato l’ennesimo caso di un blogger denunciato per diffamazione. Ovvero come risolvere il problema delle formiche in cucina con un bazooka. Poi non lamentatevi se c’è odore di bruciato. Nel frattempo qualcuno sente odore di business invece e lancia un servizio a prezzi, tutto sommato, economici. Trackur monitorizza la vostra preziosa reputazione (demo : http://blip.tv/file/667277 ) e i prezzi variano in base a quante ricerche desiderate salvare ( 1 – 5 – 15 ) e la prontezza con la quale deve avvertirvi che qualcuno sta parlando male di voi ( 12 – 6 – 1 ora ).
Trackur non offre, in realtà, nulla di più di quello che si può fare combinando più strumenti liberamente disponibili online.
Per esempio, per monitorare un argomento, si possono eseguire delle ricerche su Technorati, Google Ricerca Blog e Del.icio.us e quindi inserire il feed rss generato da questi tre strumenti nel proprio feed reader. Non vi scapperà nessun blogger influente. Al limite qualche Z-Blogger come me, ma al massimo, noi influenziamo 3 o 4 persone. Nulla di rilevante insomma.
Volete un riassunto su una persona fisica invece ? Rapleaf potrebbe fare al caso vostro : raspa nei social network e trae un riassunto del comportamento online di una persona, partendo dal suo indirizzo email. Inoltre permette di lasciare feedback e positivi e negativi tipo ebay, solo svincolati da attività di vendita.
Ah, se voleste lasciarmi un feedback positivo per questo articoletto lo gradirei.
Altre informazioni sono sull’articolone di ReadWriteWeb a cui mi sono ispirato parla anche di altri strumenti, come Google Alert che manda email quando qualcosa perturba il web su una determinata chiave di ricerca, e altre società come Umbria e Visible Technologies che vanno oltre la reputazione e analizzano anche trend e profilo di chi scrive, ovviamente non per 88$ al mese.
Concludendo, come dice l’immagine la in alto, costruirsi una reputazione costa fatica mentre perderla pochissima. Ma bisognerebbe prendere i blogger per quello che sono. Ovvero persone. Non a tutte piace il tuo prodotto, non a tutte piace il tuo modo di fare, non a tutte piace la tua faccia. E’ utile capire i motivi delle persone a cui non piaciamo, per migliorarci, ma bisogna accettare anche il fatto che non si può piacere a tutti. Senza reagire sciogliendo i cani gli avvocati.
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