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Categoria: 2.0 (Pagina 3 di 4)

Spock.com


Ed eccoci a Spock.com
L’invito alla beta è arrivato quasi subito dopo la richiesta. Di cosa si tratta?
Di un aggregatore di informazioni personale prese da network sociali, con l’aiuto di informazioni fornite dagli stessi utenti di Spock.com.

L’utente che si iscrive è invitato a fornire tutti gli indirizzi email dei propri contatti. Spock puo importare dati da Outlook, Yahoo Mail, Hotmail, AOL, Gmail, Plaxo e Linkedin. Una volta importati i tuoi contatti ti chiede l’account che usi su alcuni network sociali, in modo da collegare gli account e importare altri amici. Fatto questo puoi invitare alcuni altri amici, se ancora ne hai, attraverso la formula degli inviti ristretti (tipo gmail). Naturalmente taggando chi stai per invitare, cosicche anche queste persone vanno a far parte del grande database di Spock. Anche se non accettano l’invito ovviamente.

A parte la discutibile caccia ai dati personali (ha gia schedato 160.000 persone in Italia, 300.000 in Francia, 2.000.000 in California) di semantico questo “aggregatore” non ha proprio nulla.
Le domande non possono essere formulate in linguaggio naturale. Non ha capacita di analisi del testo di altri siti.

Per esempio io non ci sono. Una persona che cerca di me sul web puo scoprire quasi tutto. Dove vivo, dove lavoro, gusti e preferenze personali, anche il titolo di studio. Questo mi aspetterei da un vero “spider semantico”. Creare ordine (ovvero la scheda personale) dal caos (ovvero tante informazioni sparse in altrettanti siti).

Ma Spock.com per la catalogazione si basa su tag e profili gia presenti. Il tutto si basa sulla riduzione a Tag di informazioni prese da profili su network sociali pubblici con un aggiuntina di taggatura da parte degli utenti stessi che invitano amici e parenti.
Ok è il del.icio.us delle persone… Ma non chiamatelo pomposamente “il primo motore di ricerca semantico”.

Confusi dalla versione del Web ?

Da Punto-Informatico di oggi:

“uno dei primi – se non il primo – search engine costruito completamente intorno al concetto di web semantico, o 2.0″

Si parla di Spock.com un motore di ricerca che permette si focalizza sulle persone e ne trova vari dettagli. Il problema è l’associazione tra web semantico e web 2.0.

Ok, sono 2 buzzword, ma almeno usiamole per quello che significano.

Magari leggere il manifesto del web 2.0 di O’Reilly potrebbe essere utile.
Inglese (originale)Italiano

P.S. : Quanto a spock.com … mi iscrivo 😀

Ancora web3 (o web semantico)

Da Siti Webmarketing:

“Dove posso andare in vacanza quest’estate?

La vera rivoluzione non sarà tanto legata all’offerta di qualche destinazione per la vacanza, d’atra parte riportare la domanda come citata sopra o scrivere a google “vacanze estive” non è molto differente, anzi è forse più semplice la seconda soluzione alla luce del fatto che molti si sono adattati al linguaggio di google, visto che lui non si adattava al nostro. La vera rivoluzione, dicevamo, sta nelle intenzioni: quando il motore di ricerca potrà comprendere che dietro quella domanda c’è il mio odio per la montagna, amore per il mare, disponibilità di budget e ferie sempre di due settimane, allora avremo veramente fatto un passo avanti verso la soluzione del problema della ricerca. Si potrebbe pensare che tutto questo è utopia e che nemmeno noi sappiamo con certezza alcune di queste cose, il futuro però dipende dal passato ed è legato alle abitudini. Google già permette di accettare che il motore tenga traccia delle azioni dei singoli utenti al fine di offrire risultati di ricerca migliori adeguando i futuri alle ricerche passate. Se ad esempio nelle mie ricerche compare spesso la parola mare, probabilmente il mese prossimo alla mia ricerca “vacanze” saranno le mete di mare a comparire in testa ai risultati restituiti.”

Prima di tutto devo dire che preferisco leggere di Giorgio Soffiato quando parla più di marketing e meno di tecnologia. Il concetto infatti viene appena accennato, si parla di web semantico e di motori di ricerca semantici senza andare a fondo. Ok si intuisce che se si aggiunge la parolina magica “Semantico” quel qualcosa si trasforma in una macchina da risposte.
Un motore di ricerca semantico semplicemente prova a comprendere quello che gli viene chiesto in linguaggio naturale. Ricordate Clippy di MS Office di qualche anno fa ? Ecco quello era un motore di ricerca semantico per la guida in linea. Triste vero ?

Bisogna chiaramente andare oltre. E andare oltre non significa che il motore di ricerca debba necessariamente conoscere la mia preferenza verso il mare o la montagna, ma che tanto per iniziare, almeno comprenda la domanda. E non risponda a caso se non la comprende, chiedere di specificare meglio è lecito. I meccanismi di disambiguazione sono allo studio, ma sono difficili da realizzare. Perché la corretta comprensione di una frase si basa, in gran parte, sul background culturale comune di chi la pronuncia e di chi la ascolta. Senza contare che la cosa è in continua evoluzione. E anche se oggi trovassimo in un cassetto l’algoritmo e le regole per l’interpretazione di frasi in linguaggio naturale, difficilmente questo sarà ancora valido tra 5 anni.

Un altro triste esempio di come i computer sono ben lontani da capire quello che le persone scrivono sono i programmi di traduzione automatica. Nonostante sia disponibili sul mercato consumer da 10 anni (a quanto ricordo io…) ancora siamo lontanissimi da una traduzione efficiente. Di certo non perche il computer non ha in memoria le regole di entrambe le lingue. Neanche perché ha un dizionario sotto-sviluppato. Ma perché non capisce il senso di ciò che traduce e quindi non riesce a preservarlo nella lingua successiva.

In definitiva ripeto quello che ho scritto qualche post fà. Prima deve venire una intelligenza artificiale sufficientemente sviluppata da comprendere il senso del linguaggio naturale e di stare al passo con la sua evoluzione, e poi avremo il web semantico. Quello vero. Non una barzelletta da informatici come è stata Clippy.

Web 3.0

Web 3.0 ? Ma come ? il web 2 inizia a essere conosciuto e ri-conosciuto solo ora e si parla gia di Web 3?

Ovviamente l’innovazione corre, il pensiero su ciò che sarà è per sua natura libero dallo stato attuale delle cose. E cosi alcuni iniziano a parlare di progetti futuri. I temi caldi sono il web semantico, l’intelligenza artificiale, l’evoluzione di wikipedia e la conseguente ristrutturazione dei motori di ricerca.

Partiamo dai motori di ricerca. Quelli in stile Google sono 1.0, e per quanto vengano costantemente migliorati gli algoritmi di memorizzazione indicizzazione e ranking, rimarrano cosi finchè non sfrutteranno una forma di intelligenza. Artificiale o Umana che sia. Del.icio.us è gia molto piu vicino al 3.0. Di sicuro implementa tutti i dettami del 2.0 in quanto crea un network sociale, sfrutta in modo molto efficace la wisdom of crowds per creare un indice intelligente mediante i tag (un elemento caratteristico del web semantico). In particolare questi ultimi due punti sconfinano nella definizione del web3.

Wikipedia sarà la fine dei motori di ricerca classici, in primis Google?
Il web 3 promette di riorganizzare le informazioni in maniera molto piu logica di quanto google protrà mai fare (mai dire mai?). Il punto fondamentale è la differenza tra la comprensione umana e la comprensione da parte delle macchine. Per ridurre questa differenza, o si riesce a rendere la comprensione delle macchine piu simile al quelle degli uomini (vd Ontologia e AI in generale) o si sfrutta l’intelligenza collettiva di un network sociale (vd Wikipedia o Del.icio.us).
Questo approccio non deve necessariamente essere esclusivo. Se wikipedia riuscirà a modificare la sua base di dati in modo ontologico, ovvero trasformandosi da archivio ipertestuale della conoscenza umana a schema concettuale semi-senziente della stessa, diventerà la macchina-da-risposte definitiva.
Con semi-senziente intendo in grado di comprendere una domanda in linguaggio naturale fornendo una risposta personalizzata basata sulle unità atomiche di informazione memorizzate nel suo schema concettuale.

Detto questo temo che abbiamo tutto il tempo di sviluppare il concetto di web2 prima che siano realizzabili esperimenti completi di web3 (che non includono solo l’archiviazione semantica del contenuto ma anche la capacità di sfruttare questa cosa in modo efficace da parte delle macchine)

Approfondimenti:
Wisdom of Crowds
Wikipedia 3.0
Semantic Web
Ontology

Evvai di viral marketing

Geekissimo lancia un interessante concorso per il link.
Le modalità sono semplice. Linka il sito e hai la possibilità di vincere un Ipod Shuffle. Per ora ha guadagnato quasi 300link al costo di 79€. Quindi circa 0,26€ a link. Non molto costoso anche ipotizzando che ogni link porti solo 2 o 3 visite.

Ovviamente questo post ha 2 motivazioni, parlare dell’iniziativa in termini di costo/resa e partecipare al concorso.

2.0, web interattivo e proprietà esclusiva di un progetto

Traggo ispirazione da un post su LastKnight che racconta di una vicenda avvenuta sull’ultra-famoso digg. Per farla breve su Digg qualcuno pubblica la chiave di decrittazione degli HD-DVD, il fondatore di Digg riceve una lettera di minaccia da parte dei “soliti noti” che ovviamente non hanno gradito l’eccessiva notorietà di questa cosa, viene cancellato da Digg il post e bloccati temporaneamente gli utenti, gli utenti di Digg si arrabbiano e sommergono di segnalazioni Digg.

Conclusione ? il fondatore di Digg fa retromarcia e dichiara di voler combattere i “soliti noti” anche se c’è il richio di chiusura di Digg.

Cosa ne esce da questa vicenda? Quello che ogni buon gestore di community prima o poi impara, un sito basato sugli utenti è fondamentalmente proprietà degli utenti. Quindi alla fine o si agisce nella direzione indicata da questi (nel caso di Digg la direzione è stata indicata in modo molto chiaro) o li si perde, e quindi si perde il sito, essendo gli utenti attivi il vero valore del web 2.0.

Il Blog, nuovo modo di comunicare?

IL blog è nato per essere personale. Uno scrive cio che gli interessa. Senza pretese che questo contenuto debba perforza essere interessante per tante persone.

Seguendo questo modello alcuni blog sono diventati particolarmente visitati, famosi diciamo, e in alcuni di essi si è passato dalla comunicazione incentrata sull’autore e che se ne frega di chi ascolta a dei messaggi molto piu limati, meno personali ma con piu possibilita di piacere a tutti. (Qualcuno l’ha chiamato anche “populismo”)

Il secondo stadio è stato quello di mettere in piedi i cosidetti “blog d’informazione” dei blog studiati a tavolino per piacere, quindi per attirare gente e di conseguenza per attirare investitori pubblicitari. In pratica dei giornali online settoriali con la possibilità di commentare.

Il terzo stadio del blog sta arrivando ora. Delle aziende usano il blog come strumento di comunicazione verso i propri clienti. Un utilizzo senz’altro interessante perche salta tutta una schiera di intermediari (agenzie varie, giornalisti, editori …) e mette in comunicazione diretta azienda e clienti.
Cosi da un pò l’impressione che non ci sia rete di salvataggio, che un giorno la persona addetta a scrivere sul blog possa fare un errore e rovinare l’immagine dell’azienda, che i visitatori tramite i commenti possano mettere in evidenza piu i lati negativi che quelli positivi del prodotto.
Ma sono convinto che in realta un filtro c’è. Forse meno evidente. Ma qualcuno di capace legge e corregge i testi e censura rapidamente commenti sconvenienti.

Blog d’informazione:
http://www.blogosfere.it/
http://www.blogo.it/

Blog aziendali:
http://blog.playstationplanet.it/
http://www.quellichebravo.it/

La gente del 2.0 "Uomo dell’anno 2006"

“Lo strumento che rende tutto questo possibile è il World Wide web E’ uno strumento per mettere insieme i piccoli contributi di milioni di persone e trasformali in un fenomeno dalle notevoli conseguenze.”

“tutte le persone che hanno partecipato all’esplosione della democrazia digitale

i giornalisti avevano il potere esclusivo di portare la gente in luoghi dove non era mai stata. Ma adesso una madre a Baghdad munita di videotelefono può mostrare a tutto il mondo le conseguenze di un attentato”

Benvenuti nell’era dell’informazione e della comunicazione orizzontale, e un grazie a Time per il premio.

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